Autore: Prof. Costantino Romagnoli

Alla nascita il neonato viene sottoposto ad una serie di Screening con l’obiettivo di individuare il più precocemente possibile alcune malattie altrimenti difficili da diagnosticare 

Il passaggio dal grembo materno al mondo esterno rappresenta per il nascituro un’esperienza per molti aspetti faticosa e delicata; per nove mesi ha vissuto in un ambiente protetto e confortevole ed ora si trova di fronte alla difficoltà di doversi adattare alla nuova vita. Per aiutarlo a superare questa delicata fase di passaggio, il neonato viene amorevolmente accudito, lavato, vestito e attaccato al seno della mamma; viene quindi portato nel nido dove può riposare nelle condizioni e alla temperatura ottimali e dove soprattutto le Puericultrici ed il Neonatologo possono effettuare i controlli di routine, verificando il battito cardiaco, il respiro e la saturazione emoglobinica. Trascorse due ore dal parto la madre e il neonato vengono portati in camera e qui inizia il lavoro vero per mamma e papà, soprattutto se è previsto un rooming-in 24 ore su 24.   

Il calo fisiologico neonatale  

Ma cosa succede nei primi giorni dopo il parto e prima della dimissione? Superata la fase dell’adattamento neonatale precoce, quando il neonato deve imparare rapidamente a vivere fuori dall’utero materno, l’organismo del bambino presenta alcune importanti modificazioni fisiologiche. La prima di queste è il calo fisiologico neonatale. Il neonato perde peso perché perde liquidi attraverso la respirazione, l’emissione di feci e di urine, perdita non compensata adeguatamente dall’alimentazione. Il calo fisiologico post-natale è di solito inferiore al 10% del peso alla nascita, ma è anche importante valutare la variazione ponderale giornaliera, di solito inferiore al 5%. Se il neonato presenta un calo fisiologico non occorre alcun  provvedimento e si può continuare il rooming-in e l’allattamento al seno esclusivo; se invece perde più del 10% di peso o perde più del 5% del peso da un giorno all’altro può presentare uno stato di disidratazione che condiziona negativamente il normale adattamento cardio-circolatorio e renale. Se questo si verifica è importante eseguire dei controlli specifici. 
Se il calo fisiologico è tra il 7% e il 10% si integra l’allattamento al seno con latte artificiale (aggiunta di latte dopo la poppata al seno) in modo da garantire al neonato l’apporto adeguato, si controlla la diuresi e si danno indicazioni ai genitori sull’alimentazione al seno. Se il calo ponderale è maggiore del 10% si controlla la diuresi con il peso del pannolino, si eseguono esami ematochimici e si suggerisce un’integrazione alimentare con latte artificiale dopo la poppata al seno. In questo caso la dimissione può essere condizionata dall’esito dei controlli e deve essere fatta solo in assoluta sicurezza per il neonato.  

L’allattamento al seno  

È importante ricordare che per compensare il calo fisiologico è importante un avvio precoce e idoneo dell’allattamento al seno, attaccando il neonato al seno materno appena possibile e frequentemente nei primi giorni di vita poiché la suzione dal capezzolo è l’unico stimolo veramente efficace per la produzione del latte. Ogni poppata dovrebbe durare in tutto circa 20-30 minuti (non più di 10-15 minuti per seno) alternando il seno da cui si inizia. 
In fase di avvio dell’allattamento, le poppate sono a richiesta del neonato, ma è bene non far passare più di 2-3 ore tra una poppata e l’altra. Se il neonato dorme, un buon sistema per svegliarlo può essere quello di cambiargli il pannolino e lavarlo.  


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