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Emicrania, scegliere i percorsi terapeutici

Autore: Prof. Gennaro Bussone

Un percorso terapeutico appropriato deve partire dall’analisi delle caratteristiche specifiche del singolo caso  

L’Emicrania è un disturbo molto diffuso, spesso aggravato dal fatto di limitare il normale svolgimento delle attività quotidiane. Per tale motivo spesso chi ne soffre è indotto ad “autocurarsi” nell’intento di risolvere il problema. Purtroppo questo comportamento può al contrario mettere a rischio la propria salute e far peggiorare gli attacchi di Emicrania; i farmaci sono infatti uno dei fattori che possono rendere cronico il disturbo, innescando una sorta di circolo vizioso.
Dato l’alto numero delle forme che l’Emicrania può assumere, in base anche a intensità del dolore, frequenza e durata degli attacchi, si rende necessario costruire percorsi di cura e di prevenzione specifici per ogni singolo Paziente.

Fattori scatenanti

La maggioranza degli episodi di “Mal di testa” si presenta senza apparenti cause specifiche. In realtà, a parte i casi in cui sono presenti Patologie o cause specifiche come, ad esempio nelle Sinusiti, vi sono una serie di fattori che possono scatenare gli attacchi emicranici. Oltre all’assunzione di farmaci non prescritti, esistono numerose altre cause peculiari per ogni Paziente, che saranno da individuare con l’aiuto del Medico specialista, in modo da adottare il comportamento più adeguato. Illustriamone alcune:

  • stress psicofisico: tutte le situazioni emotive o conflittuali come la scadenza di un lavoro urgente, o genericamente le problematiche legate al lavoro, le fasi di cambiamento della vita come matrimonio, nascita di un figlio, lutto, divorzio, malattia, i conflitti familiari, paradossalmente anche il relax dei giorni festivi (Cefalea da weekend) e persino le emozioni positive come una buona notizia o un successo possono avere effetti negativi;
  • fattori ambientali: i cambiamenti climatici possono influire sugli attacchi di Emicrania, soprattutto le variazioni atmosferiche brusche e repentine come temporali, sbalzi di temperatura e di umidità, venti caldi e secchi, esposizione a freddo o caldo eccessivo;
  • sonno: la mancanza di un adeguato periodo di sonno può scatenare Emicrania, ma attacchi al risveglio possono essere provocati anche dal troppo sonno come, ad esempio, durante i week-end o all’inizio di una vacanza; coricarsi e alzarsi sempre alla stessa ora può essere d’aiuto;
  • dolori muscolo-scheletrici: ad esempio un trauma alla colonna cervicale o prolungate posture errate, soprattutto per chi trascorre molte ore al computer o in auto;
  • alimentazione: alcuni individui presentano particolare sensibilità o intolleranza a certi cibi che vanno quindi eliminati dalla dieta quando si scopre la loro relazione con gli attacchi; va considerata anche la quantità: sia il troppo cibo che il digiuno prolungato sono dannosi come anche l’uso di alcolici e superalcolici, soprattutto vino rosso; anche l’astinenza da caffeina può essere un fattore scatenante in chi la consuma abitualmente: bere il solito caffè più tardi come accade nei week-end, può causare una sorta di astinenza che favorisce gli attacchi. 

 

Come si manifesta

Le numerose forme di Cefalea possono essere distinte in base a diversi parametri come ad esempio le cause scatenanti, la durata e la localizzazione del dolore.
Le Cefalee primarie sono quelle che sottendono probabilmente ad una disfunzione di aree del Sistema Nervoso Centrale, mentre le Cefalee secondarie sono conseguenti ad un disturbo organico come per esempio Ipertensione arteriosa, Sinusite, allergie o a Patologia tumorale. In queste ultime forme risulta fondamentale la capacità di diagnosi del Medico.
I “Mal di testa” che non sono provocati da altre Patologie vengono distinti in Emicranie, Cefalee tensive e Cefalee a grappolo.
La più diffusa è l’Emicrania che si manifesta in due forme: con aura e senza aura, a seconda che sia presente o meno il disturbo di annebbiamento della vista, accompagnato da lampi o bagliori colorati a zigzag, scintille luminose, visione deformata degli oggetti. L’Emicrania con aura, caratterizzata da sintomi neurologici, comporta inoltre formicolii al braccio o alla mano dal lato del dolore o alterazioni visive reversibili e di breve durata (di solito da 5 a 60 minuti) che spesso precedono, ma anche accompagnano l’attacco e si verifica in modo poco frequente e più irregolare. Talora compaiono disturbi della forza o alterazioni del linguaggio. Più rari sono disorientamento, confusione, mancanza di equilibrio. Raramente, l’aura può presentarsi da sola, senza essere seguita dal “Mal di testa”.
Se invece si riscontra una maggior frequenza e regolarità degli attacchi emicranici, siamo affetti da Emicrania senz’aura, caratterizzata da dolore che si manifesta spesso da un solo lato, di tipo pulsante, che si aggrava con l’attività fisica e il movimento, rendendo difficoltosa l’esecuzione delle abituali attività.
L’intensità del dolore è spesso forte e costringe a interrompere qualsiasi attività o a mettersi a letto, possibilmente al buio e lontano da rumori.
L’attacco può durare da qualche ora a 2-3 giorni, con una frequenza variabile da pochi attacchi all’anno a varie volte al mese; nelle forme episodiche ha una frequenza inferiore o uguale a 15 giorni al mese. Il dolore è accompagnato da pallore, brividi, mancanza di energia e da vari disturbi come fastidio alla luce, ai suoni, agli odori, ai contatti cutanei e da nausea e/o vomito, che limitano l’assunzione di cibo e terapia orale.
Alcuni sintomi come, ad esempio, eccessivi sbadigli, malumore, irritabilità, calo d’umore, improvvisi attacchi di fame o aumento della diuresi possono precedere un attacco emicranico. Dopo la crisi dolorosa possono, a volte, persistere per alcune ore senso di stanchezza e sonnolenza.


 

Il diario della Cefalea

Registrare la frequenza e le caratteristiche degli attacchi di “Mal di testa” può essere molto utile per programmare l’appropriato percorso terapeutico, attraverso la compilazione del “diario della Cefalea”, il Medico specialista potrà infatti decidere se intraprendere una terapia di profilassi o utilizzare solo una terapia dell’attacco. Nel secondo caso, il parametro principale per misurare l’efficacia di un farmaco è la scomparsa entro 2 ore del dolore e dei sintomi associati. L’attacco non si deve ripresentare nelle 24 ore successive.

Le terapie

Le correzioni dello stile di vita portano a importanti risultati, soprattutto nei casi meno gravi. Per quelli più ostinati, invece, sono stati individuati numerosi trattamenti farmacologici e, più recentemente, anche non farmacologici come ad esempio la Neurostimolazione vagale (VNS) e la Neurostimolazione cutanea del nervo sovraorbitale (sTNS).
Per quanto riguarda i trattamenti farmacologici, i Triptani sono la classe di farmaci sintomatici tuttora di riferimento per il trattamento dell’attacco emicranico e in particolare il Sumatriptan che, in fiale e somministrato sottocute, si è rivelato risolutivo nell’attacco di Cefalea a grappolo.
Nei casi di Cefalea a grappolo cronica farmacoresistente, nel 2000 è stata proposta una soluzione dall’equipe neurologica e neurochirurgica dell’Istituto Neurologico “Carlo Besta” di Milano, dove per la prima volta al mondo una stimolazione cerebrale profonda dell’Ipotalamo posteriore è risultata efficace in questa grave forma di Cefalea primaria.
Nei casi di Cefalea in cui è presente una componente muscolo-tensiva prevalente, la terapia di profilassi con Agopuntura si è dimostrata efficace nel ridurre la frequenza e l’intensità degli attacchi, arrivando in numerosi casi ad una risoluzione totale dei sintomi.

Terapie di prevenzione

Per quanto riguarda la terapia di profilassi oggi abbiamo un ampio portafoglio terapeutico che va dai farmaci betabloccanti, calcioantagonisti e neuromodulatori ai farmaci nutraceutici.
Ogni singolo Paziente deve essere monitorato durante l’uso dei farmaci di profilassi in quanto si tratta di cure che possono avere effetti collaterali. Sarà decisivo, quindi, il rapporto empatico Medico- Paziente nella scelta del miglior farmaco da utilizzare per la terapia, tenendo conto in particolare delle caratteristiche di ogni individuo e delle eventuali interazioni con altri farmaci assunti per altra patologia organica.
Qualora il problema non venga risolto dal proprio Medico di famiglia, è consigliabile rivolgersi ad un Centro Cefalee dove gli Specialisti del settore possono valutare la terapia più opportuna. I Centri Cefalee sono presenti in tutte le regioni e sono reperibili sul sito www. anircef.it. 

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