Intestino sano, un aiuto dalla Mindfulness

Autore: Dott. Francesco FerraraFrancesco Girotti Pucci

In caso di problemi gastrointestinali causati da stress o stile di vita scorretto, si può ricorrere alla Meditazione Mindfulness e allo Yoga, studi scientifici validati ne dimostrano l’efficacia 

Le relazione fisiologiche che legano il nostro cervello all’intestino sono molteplici e coinvolgono più parti del sistema nervoso centrale, in particolare attraverso l’asse ipotalamo-ipofisario che stimola le ghiandole surrenali (dove si produce il cortisolo), e le interazioni con il sistema nervoso autonomo. Il sistema nervoso centrale può quindi agire su motilità, secrezione e permeabilità intestinale e, a sua volta, l’intestino fornisce stimoli che giungono al sistema nervoso centrale. In condizioni “normali” questi stimoli non vengono percepiti, grazie a meccanismi di autoregolazione che lo evitano, in quanto non è necessario un coinvolgimento delle funzioni cerebrali “superiori”.
Va detto che oggi questo rapporto, che era noto come “asse intestino-cervello” (brain-gut axis), ha un terzo attore fondamentale che interagisce con gli altri due, che è il microbiota (termine usato oggi per definire la flora intestinale), per cui attualmente si parla di “gutmicrobiota- brain axis”.

Pancia-testa, una relazione difficile

A livello psicosomatico, la relazione “pancia-testa” è una relazione difficile in quanto il distress psicologico (lo stress negativo) è fortemente correlato a disturbi “funzionali” (ovvero quelli in cui non si riconosce un danno d’organo) e, a loro volta, i disturbi funzionali provocano distress. Oltre ad essere quindi un fattore di rischio per lo sviluppo dei sintomi, li può protrarre e aggravare una volta che insorgano, e complica anche il rapporto con il curante. Altre conseguenze indirette sono una ridotta produttività sul lavoro e un eccessivo utilizzo di prestazioni sanitarie, andando così a incidere sul carico di lavoro dei sistemi sanitari.

Stress e flora intestinale

Come accennato sopra, la flora intestinale o microbiota è il terzo attore che interagisce sia con il cervello che con l’intestino. Per quanto sia difficile misurare tali alterazioni, sono sicuramente noti alcuni meccanismi che le determinano, pertanto più aumenteranno le conoscenze in questo settore (oggi non c’è corso di Gastroenterologia in cui non se ne parli), più avremo gli strumenti per curare chi viene da noi con questo tipo di problema.

Se la relazione tra mente e intestino non è equilibrata

I disturbi di cui ci occupiamo più frequentemente sono la Dispepsia, cioè la difficoltà digestiva, il meteorismo (gonfiore addominale), e la Sindrome dell’intestino irritabile, che può manifestarsi con stitichezza, diarrea o dolore addominale. I disturbi funzionali sono poi associati a manifestazioni extra-intestinali, come la Fibromialgia, la Stanchezza cronica, il Dolore pelvico cronico, alcune forme di Emicrania, Disturbi del sonno ed altri. Anche se non tutti questi disturbi si risolvono riequilibrando il rapporto mente-intestino, possiamo comunque dire che, nell’ambito di un complesso percorso di cura, è necessario considerare anche questo aspetto.

Raccomandazioni generali

In primo luogo, all’inizio o quando tali disturbi peggiorano in modo evidente, è necessaria una visita medica per accertarsi che non nascondano patologie organiche che richiedano trattamenti specifici. Dopo che è stata fatta la diagnosi, bisogna verificare qual è la risposta alle terapie proposte (che devono essere seguite bene) e, se il problema non è risolto, bisogna cercare di affrontare quello che c’è a monte, ovvero capire da dove parte lo stress e se c’è la possibilità di trattarlo. Sembra poi banale ma la sana alimentazione e la correzione dei comportamenti sbagliati (fumo, eccessivo consumo di alcolici, lavoro eccessivo) sono sempre un punto di partenza fondamentale nell’affrontare i percorsi di cura.


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