Resilienza, una risorsa preziosa

Autore: Dott.ssa Stefania Cicchiello

L’importanza del contesto sociale

La resilienza di un individuo è, inoltre, fortemente influenzata da fattori esterni come il contesto sociale in cui vive. Ricevere un adeguato supporto sociale e possedere relazioni soddisfacenti, aumenta le probabilità di attraversare gli eventi traumatici con successo. Infatti, i legami sociali si rinsaldano e si creano proprio nei periodi di maggiore difficoltà, come accade al bambù quando intreccia le sue radici con quelle delle altre piante per rafforzarsi e sorreggersi a vicenda.
L’emergenza Coronavirus ha messo a dura prova le fondamenta della resilienza poiché l’individuo, oltre a ritrovarsi ad affrontare qualcosa di imprevedibile e duraturo, è costretto a rapportarsi agli altri con modalità diverse dal solito per non rischiare l’isolamento sociale. L’affetto e l’empatia non si manifestano più attraverso abbracci, baci e strette di mano ma tramite sguardi, parole e azioni.
È noto che il cambiamento, soprattutto se repentino e improvviso, destabilizza e mette alla prova proprio quei rapporti interpersonali che dovrebbero essere alla base del nostro radicamento. 

Un aiuto dalla Mindfulness

Una delle tecniche a cui si può ricorrere per incrementare la resilienza è la Mindfulness.
Le ricerche svolte hanno evidenziato che le pratiche di Mindfulness determinano effetti sul nostro cervello che è un organo che si modifica con l’esperienza (neuroplasticità). La Mindfulness sembra “guidare” i cambiamenti, perché genera una rimodulazione delle reti neurali e incrementa la capacità di essere più resistenti nei confronti dello stress, favorendo così la trasformazione della propria vita.
In particolar modo risulta utile imparare a “decentrarsi” rispetto ai propri pensieri e comprendere che la nostra esistenza non si svolge soltanto nella mente ma anche nel corpo. Per fare tutto questo, per prima cosa, sarebbe opportuno essere maggiormente attenti a se stessi, apprendere sia a riconnettersi con il momento presente sia a tollerare, senza soccombere, i sentimenti spiacevoli al fine di accrescere il processo di resilienza nei momenti di stress.

La pratica dello S.T.O.P.

Pertanto, un esercizio molto semplice di Mindfulness che può supportarci nell’interruzione degli automatismi, durante la giornata, potrebbe essere rappresentato dalla pratica dello S.T.O.P che può essere eseguito in qualsiasi luogo: a casa, in spiaggia, mentre si lavora al pc, in posti isolati o quando si è a contatto con la natura. Come l’acronimo stesso suggerisce, ci sono quattro passi da eseguire:

  • S= Stop, ossia fermati un istante qualsiasi cosa tu stia facendo;
  • T= Take a breath, ossia fai un respiro calmo e profondo e lascia che il tuo corpo prenda l’aria di cui ha bisogno;
  • O= Observe, ossia osserva e diventa consapevole di come stai in quel momento e cosa stai provando nel corpo e nella mente;
  • P= Proceed, ossia procedi a intraprendere un’azione consapevole nel “qui ed ora” per rispondere alla domanda “di cosa ho bisogno adesso?”

Tale esercizio aiuta a smettere di attuare quelle azioni inconsapevoli che ci fagocitano stordendoci, allontanandoci dal momento presente, come per esempio: pensare a lungo, perdere la cognizione del tempo, mangiare tanto, stare intere ore dinanzi al computer o alla televisione, ecc.

Reinventarsi in modo creativo

Quello che sta accadendo è, quindi, un’occasione che contiene in sé infinite possibilità per rigenerarsi, per reinventarsi in modo creativo, per fare i conti con quanto di frustrante è presente nella propria vita e, perché no, potrebbe anche essere il momento buono per effettuare quel cambiamento che tanto desideravamo ma che rimandavamo, pensando che avremmo avuto sempre tempo per attuarlo. L’esperienza vissuta ci fa riflettere sul fatto che non siamo immortali e che la vita è come un viaggio, non importa quanto sia lungo ma come lo compiamo. Pertanto, ci renderemo conto che tutto andrà meglio se, anche noi, ci comporteremo come la pianta di bambù durante la tempesta. Essa, dopo essere stata piegata dal vento, lentamente ma in modo determinato, si riprende e svetta fiera e forte verso il cielo.
Un pensiero buddista dice: “Sii come il bambù, fuori duro e compatto, dentro morbido e cavo. Le sue radici sono saldamente confitte nel terreno e si intrecciano con quelle di altre piante per rafforzarsi e sorreggersi a vicenda. Lo stelo si lascia investire liberamente dal vento e, lungi dal resistergli, si piega. Ciò che si piega è molto più difficile a spezzarsi”.


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