Autore: Prof. Raul Mattassi

Una regolare attività fisica, unita al trattamento più indicato, può aiutare a ridurre i sintomi di questo comune disturbo 

L’Insufficienza venosa cronica è una patologia progressiva che colpisce, in Italia, il 40% delle donne e il 25% degli uomini. Tale disturbo interessa le vene degli arti inferiori che, per un fenomeno di cedimento delle pareti, perdono la loro originaria funzione, provocando diverse complicanze, anche gravi: è fondamentale, quindi, procedere ad una diagnosi precoce, così da impostare una terapia che eviti, o perlomeno ritardi, la sua cronicizzazione nel tempo, nonché la comparsa di eventuali e ulteriori problematiche.

All’origine del problema

Le vene sono i vasi attraverso i quali il sangue, nel suo viaggio attraverso il corpo umano, ritorna dalla periferia verso il cuore, con un percorso progressivo dal basso verso l’alto, ossia dai piedi al cuore; per questo motivo le vene hanno una struttura molto particolare: al loro interno, infatti, per contrastare la forza di gravità, presentano delle valvole speciali che non permettono al sangue di refluire verso il basso. Quando però le pareti delle vene cedono, “sfiancandosi”, le valvole, che hanno una forma simile a dei nidi di rondine, non coincidono più tra loro, perdendo così la loro vitale funzione. Da qui si origina la cosiddetta Insufficienza venosa cronica: stando in piedi, infatti, il sangue si accumula via via nelle vene che nel tempo cedono, provocando disturbi che, se non trattati opportunamente, possono anche peggiorare; l’esempio per eccellenza è quello dell’insorgenza delle Vene varicose (o Varici), patologia che interessa la circolazione venosa superficiale, cioè quella che si estende sotto la cute.

Come si manifesta

I sintomi più frequenti dell’Insufficienza venosa cronica sono:

  • pesantezza degli arti, percepita inizialmente dopo diverse ore passate in piedi;
  • formicolii;
  • prurito;
  • dolore e crampi, soprattutto durante la notte;
  • gonfiore alle caviglie, in particolare alla sera.
  • All’inizio i sintomi si manifestano maggiormente durante i mesi estivi, poiché il caldo provoca una progressiva dilatazione delle vene ed aumenta il ristagno di sangue: tuttavia, man mano che la patologia progredisce, questi sintomi possono comparire anche nelle stagioni fredde. L’Insufficienza venosa cronica può provocare anche diversi segni visibili, come ad esempio:
  • capillari in evidenza: sono dovuti ad una dilatazione dei piccoli capillari del derma; provocano la comparsa, sulla pelle delle gambe, di inestetiche macchie bluastre a ragnatela che impallidiscono, se compresse con le dita, per poi ricomparire non appena si allenti la pressione;
  • macchie cutanee: localizzate sulle gambe, specie sopra le caviglie, e di colore brunastro, queste sono diverse dai capillari poiché causate dal deposito nella pelle di emosiderina, un pigmento presente nei globuli rossi per via del ristagno del sangue. A differenza dei capillari in evidenza, le macchie cutanee non scompaiono con la pressione delle dita e tendono ad aumentare se il ristagno venoso non viene curato, diventando difficili da eliminare;
  • vene visibili sottopelle: vengono portate in evidenza dal progressivo processo di “sfiancamento” delle vene, che diventano via via più larghe, tortuose e visibili, prendendo il nome di Vene varicose o Varici.

Non solo un problema estetico

L’insufficienza venosa cronica non provoca solo fastidiosi effetti antiestetici, ma definisce una vera e propria condizione patologica da non sottovalutare: nei tessuti coinvolti, infatti, le cellule possono entrare in carenza di ossigeno, portando alla formazione di possibili ulcere anche molto dolorose e difficili da trattare. Inoltre il ristagno di sangue nelle vene varicose può provocare Trombosi o Flebiti, ossia una coagulazione del sangue nelle vene “sfiancate”: in questo caso, il tratto di vena interessata diventa duro, arrossato e molto doloroso; può anche accadere che, parte del sangue condensato (embolo) si distacchi dal resto del coagulo, arrivando fin nei polmoni, provocando un’Embolia polmonare. Questo è senza dubbio uno dei fenomeni più gravi, che può portare all’occlusione dei vasi polmonari e a conseguenti difficoltà respiratorie.

Fattori di rischio

La vera causa dell’insorgenza di questa patologia purtroppo non è ancora ben chiara: certamente la predisposizione familiare, soprattutto dei genitori, è un fattore di incidenza molto importante. Inoltre, trascorrere molte ore in piedi, soprattutto in alcune professioni, nonché un peso eccessivo, possono favorire la comparsa della malattia. Allo stesso modo, prolungati periodi di sedentarietà favoriscono il progressivo ristagno di sangue nelle gambe. Altri fattori che facilitano l’insorgenza dell’Insufficienza venosa cronica possono essere:

  • consumo di alcolici, soprattutto nelle donne;
  • altezza: le persone più alte possono correre un rischio maggiore di quelle basse;
  • dieta: quella del mondo occidentale sembra favorire il fenomeno;
  • stitichezza;
  • Diabete: di per sé non causa le Varici, crea però un contesto che può favorirne la formazione.

Le donne sono indubbiamente i soggetti più colpiti da questa patologia: in particolare, se in gravidanza, possono vedere un progressivo accentuarsi delle Varici già presenti o notare l’insorgere di quelle rimaste latenti.


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