Liquirizia, non solo digestiva...

Autore: Dott.ssa Anna Rosa MagnanoDott.ssa Giulia Baini

Oltre alla capacità emolliente che produce effetti anti-ulcera, questa pianta vanta altre importanti proprietà tra cui quella antinfiammatoria e antimicrobica   

Tutti conoscono l’aroma inconfondibile della Liquirizia, molti sanno che si ricava dalla radice dell’omonima pianta. La parola “Liquirizia” deriva da due termini greci, “glukos” che significa dolce e “riza” che vuol dire radice, in riferimento al gusto dolce e piacevole che possiede e pare che sia stato Dioscoride, Botanico e Medico greco (I secolo d.C.) a dare questo nome alla specie. La pianta della Liquirizia, della famiglia delle Fabaceae, appartiene al genere “Glycyrrhiza”; la specie più utilizzata è denominata “Glycyrrhiza glabra L.” 

Dalla pianta all’estratto

La Liquirizia è una pianta erbacea perenne rustica, in grado di resistere molto bene alle temperature basse e al gelo e predilige terreni calcarei o argillosi. La sua coltivazione è diffusa nel Mediterraneo, in nord Africa e in Iran. Appena sotto il livello del terreno si trova la sua consistente radice, dalla quale si sviluppa una rete di radici e stoloni di dimensioni minori. Sono queste che vengono raccolte per l’estrazione dei principi attivi, mentre la radice principale viene lasciata nel terreno in modo che abbia la possibilità di rigenerarsi. Le radici vanno raccolte non prima di tre quattro anni e, prima di essere utilizzate, devono essere essiccate. Questa operazione deve essere effettuata preferibilmente durante la stagione autunnale. Le radici essiccate sono schiacciate da macine e la polpa viene bollita per fare l’estratto. Dopo la rimozione dei residui solidi, l’estratto viene essiccato sottovuoto fino a ottenere una pasta scura, che viene fusa in blocchi o bastoncini, oppure può essere ridotto in polvere.
L’uso della radice è continuato nei secoli e dal medio evo sono sorte delle piantagioni in vari paesi per averla a disposizione specialmente come erba medicinale.

Estratto liquido e secco

Attualmente, la Farmacopea Europea riporta i seguenti estratti liquidi e secchi:

  • estratto liquido etanolico di liquirizia standardizzato che viene prodotto dalla pianta, utilizzando etanolo e contiene dal 3 al 5% di acido 18 β-glicirrizico; l’estratto è un liquido limpido, marrone scuro, con un debole odore caratteristico e un sapore dolce;
  • estratto secco di liquirizia per aromatizzare prodotto dalla radice di Liquirizia, utilizzando acqua, e contiene: dal 5 al 7% di acido 18 β-glicirrizico; l’estratto secco è una polvere brunogiallastra o marrone dal sapore molto dolce; la Liquirizia in polvere è utilizzata soprattutto per la preparazione di dolci e dessert; il profumo particolare e l’aroma intenso della Liquirizia la rendono un ingrediente prezioso, usato nella preparazione non solo di dolci, liquori irresistibili e golose caramelle, ma anche di antipasti, primi e secondi piatti.

I principi attivi

Vediamo ora quali sono i principi attivi contenuti nella Liquirizia. Il principale di questi è sicuramente l’acido glicirrizico, una saponina triterpenica costituita da un aglicone (acido glicirretico) e da due unità di acido glucuronico. Due derivati dell’acido glicirrizico (sali di ammonio e potassio), pure presenti nella pianta, sono prodotti che migliorano la solubilità dell’acido glicirrizico. Il complesso, costituito dall’acido e dai suoi due sali, è comunemente identificato col termine glicirrizina.
Nell’estratto delle radici si ritrovano inoltre: liquiritina, un fenol-flavonoide, così come lignani, calconi, cumarine, triterpenoidi e fitosteroli. Inoltre, sono presenti zuccheri sotto forma di glucosio e saccarosio (oltre il 5%). In effetti, la radice di Liquirizia ha un sapore dolce anche 50 - 170 volte superiore a quello dello zucchero. La concentrazione maggiore di glicirrizina, il principale componente della Liquirizia, è nella corteccia della radice, per questo motivo è meglio utilizzare la radice tal quale e non quella decorticata. Grazie al suo gusto gradevole viene impiegata come correttivo del sapore in tisane ed altri medicamenti sgradevoli. Da ricordare anche, tra i componenti, l’estratto di Liquirizia, un isoflavone e altri due composti a debole attività estrogeno-simile.
L’attività più eclatante degli estratti di Liquirizia è di certo quella antinfiammatoria. I prodotti a base di estratti di Liquirizia sono anche in grado di bloccare reazioni allergiche e ipersensibilizzanti.

Effetti e benefici

L’uso medicinale tradizionale più importante della Liquirizia è come emolliente per il sistema digestivo. Gli effetti antiulcera della Liquirizia sono dovuti al fatto che ha la capacità di aumentare la concentrazione locale di prostaglandine che favoriscono la secrezione di muco e la proliferazione cellulare nello stomaco, portando alla guarigione delle ulcere.
Sono stati usati prodotti a base di Liquirizia anche nel trattamento antinfiammatorio delle vie respiratorie superiori ed è stato dimostrato che la Liquirizia riduce le irritazioni alla gola e produce effetti espettoranti, stimolando le secrezioni di muco tracheale. Recenti studi hanno confermato che la Liquirizia, grazie all’azione di alcuni suoi specifici flavonoidi, esplica anche attività protettiva a livello epatico. La Liquirizia favorisce inoltre la biodisponibilità di principi attivi contenuti nei farmaci (effetto saponine), ad esempio, potenzia l’effetto dei lassativi.

Riduce il testosterone...

L’acido glicirretinico contenuto nella Liquirizia è in grado di bloccare parzialmente la sintesi di testosterone. Nell’uomo sano, che possiede normalmente concentrazioni elevate di testosterone, tale effetto, pur presente, non è rilevante in quanto la riduzione del testosterone non è tale da ridurre l’ormone sotto il range di normalità. Nella donna invece, che possiede valori relativamente molto più bassi di testosterone rispetto all’uomo, l’uso di Liquirizia di solito riduce in modo efficace la concentrazione di tale ormone. Tale effetto è più evidente in quei casi in cui vi è un eccesso dell’ormone. e che hanno un quadro clinico evidente come peluria, Acne o perdita di capelli. Uno studio condotto da Ricercatori italiani ha infatti mostrato che le concentrazioni di testosterone si riducono in modo significativo con l’assunzione di dosi moderate di Liquirizia. Tale effetto è stato sfruttato per la terapia dell’Irsutismo, dell’Acne e degli stati di Iperandrogenismo più rilevanti. Uno studio recente eseguito dallo stesso gruppo ha evidenziato che l’associazione di spironolattone e di Liquirizia ha potenziato l’effetto terapeutico, riducendo la prevalenza di disturbi mestruali e di riduzione della pressione, conseguente all’effetto diuretico dello spironolattone. In tali Pazienti, inoltre, si è evidenziato un netto miglioramento dei sintomi e dei segni di iperandrogenismo come l’Acne, la peluria, i capelli grassi. Nello stesso studio si è anche evidenziato che la Liquirizia riduce la frequenza di perdite tra le mestruazioni.


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